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OGGETTI DI DESIGN

Chi fa design progetta. Che vuol dire pensare allo scopo che deve avere un oggetto, a chi deve usarlo, al contesto in cui lo usa e al tempo durante il quale lo deve usare, a come lo deve condividere .

 

L’oggetto di design va appunto disegnato, pensando ai materiali da usare.

 

La scelta dei materiali è interdefinita dal prezzo finale al pubblico che l’oggetto  deve avere, ma anche dal loro impatto ambientale e da una sommatoria di altre variabili, passando per le metodologie produttive.

 

Tenendo sempre presente chi usa: tu. Di fatto gli oggetti di design creano un ponte tra industria, esigenze economiche del marchio e consumatori.

 

Fare design in Italia poi, ha sempre voluto dire aggiungere a tutto questo un legame quasi antropologico tra le persone e gli oggetti. cioè usare gli oggetti per assecondare modi di vita prima inesistenti.

 

Significa inventare i divani per sparapanzarsi mentre prima erano eretti, in funzione delle diverse prassi di utilizzo:prima si conversava, ora si guarda la tv. Oppure creare la forchettina, che è anche cucchiaio per l’aperitivo in piedi: il moscardino, che è usato in tutto il mondo ma è nato a Milano.

 

I designer poi, da sempre, danno forme particolari al loro lavoro, e siccome progressivamente tutti hanno tutto e inventarsi cose “antropologicamente” rilevanti non è più così semplice.

 

Negli anni il design ha perso la connotazione di strumento per la produzione industriale di cose belle ma anche funzionali, utili, buona qualità prezzo, per diventare oggetto del desiderio, look, estetica a volte esagerata.

 

Dire “oggetto di design” può essere “pop”, banalizzante e riduttivo. Soprattutto se privilegiamo l’ultima accezione. Ma la verità è che i designer fanno ancora design, e progettano questi oggetti pensando a tutto quanto elencato.

 

 

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